Limbadi, alunni del “Capialbi” visitano l’Università dell’Antimafia

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I locali dell’Università dell’Antimafia riaprono i battenti per accogliere una trentina di alunni della classe IIIA, indirizzo economico e sociale del liceo “Capialbi” di Vibo Valentia. Una visita non casuale, ma attentamente incardinata nell’ambito del progetto di cittadinanza attiva e monitoraggio civico “A scuola di OpenCoesione” coordinato dai docenti Donatella Bruni, Domenico Santoro e Assunta Silipo. In sostanza, un percorso didattico interdisciplinare che dura da settembre a maggio e viene suddiviso in cinque momenti di lavoro: progettare, approfondire, analizzare, esplorare, raccontare. Gli studenti, attingendo a dati pubblicati sul portale “OpenCoesione”, partono alla scoperta di opere realizzate sul territorio con fondi pubblici e cercano di verificarne, anche mediante il coinvolgimento della cittadinanza, la loro efficacia. Ieri, appunto, gli alunni del “Capialbi”, giunti alla fase esplorativa, hanno effettuato una spedizione di monitoraggio a Limbadi per visitare i tre beni confiscati alla mafia e destinati ad ospitare l’Università dell’Antimafia. I ragazzi ed i loro docenti sono stati prelevati davanti alla loro sede dagli scuolabus del Comune di Limbadi e sono arrivati a destinazione nel volgere di pochi minuti.

residence scuola antimafia
residence scuola antimafia

Ad accoglierli c’erano il sindaco Pino Morello e personale dell’Ente. Poi, tutti assieme hanno raggiunto i beni confiscati. Da attenti osservatori, gli studenti hanno filmato le strutture, raccolto testimonianze, intervistato i tecnici comunali. Hanno, poi, ispezionato i locali del residence ed il vicino laboratorio informatico ancora perfettamente tenuti e ben arredati. I ragazzi, in tutta tranquillità, hanno intervistato numerosi cittadini dalle cui testimonianze hanno potuto desumere l’assoluta estraneità della gente ad un progetto che ha visto lo Stato mettere in gioco la propria credibilità. Anche il sindaco Pino Morello s’è sottoposto alle tante domande postegli dai ragazzi, manifestando la sua piena volontà di continuare a battersi affinché i beni confiscati mantengano la loro iniziale destinazione.

<A mio parere – afferma la studentessa Angelica Carnovale, team manager – ci troviamo di fronte ad edifici non utilizzati e, quindi, di fronte ad uno spreco enorme di risorse. Bisogna riconoscere che il progetto iniziale era molto valido. Ora, però, queste aule potrebbero essere almeno usate per importanti manifestazioni>. Dai ragazzi è partita, seduta stante, la proposta che la giornata conclusiva del loro progetto possa tenersi proprio a Limbadi. <Seguo questo percorso da tre anni – sostiene la prof.ssa Donatella Bruni – e lo scorso anno il Team classe del nostro istituto ha vinto il primo premio per la migliore comunicazione creativa scrivendo e musicando una canzone rap “Hip hop Hipponion”. E’ un’esperienza entusiasmante – conclude – e, seppur faticosa, consente agli alunni di sviluppare competenze trasversali che difficilmente potrebbero sviluppare con la didattica tradizionale>.

Pino BrosioAuthor