L’esame autoptico non scioglie i dubbi sull’identità del cadavere rinvenuto a Nicotera Marina

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Ancora nessuna certezza sull’identità del cadavere rinvenuto mercoledì pomeriggio in località “Praicciola”, l’inizio della scogliera che da Nicotera Marina corre sino a Capo Vaticano. Le probabilità che possa trattarsi di Antonio Elia, il fabbro rosarnese di 66 anni scomparso da casa lo scorso 20 aprile, sono, comunque, alte. Manca, però, l’ufficialità che chiaramente non poteva arrivare neppure dall’esame autoptico che il medico legale Katiuscia Bisogni ha eseguito nel tardo pomeriggio di ieri. Sarebbero stati rilevati traumi di non grave entità e, verosimilmente, l’uomo potrebbe essere caduto battendo la testa. Esclusa, quindi, l’ipotesi che sia stata la mareggiata a trascinare il corpo tra gli scogli. Il medico legale ha provveduto a prelevare frammenti di organi che saranno necessari per effettuare l’esame di dna. Il corpo rimane, in ogni caso, a disposizione dell’autorità giudiziaria anche per consentire alla dottoressa Bisogni di portare a compimento tutti gli accertamenti necessari.

La notizia del ritrovamento di un cadavere s’è diffusa mercoledì pomeriggio intorno alle 16. A far scattare l’allarme è stata una segnalazione anonima pervenuta ai carabinieri che tempestivamente si sono portati sul posto arrampicandosi per un viottolo che costeggia la scogliera di Nicotera Marina prima di arrivare alla pietrosa “Praicciola”. Il corpo dell’uomo, in avanzato stato di decomposizione, giaceva a un centinaio di metri dalla foce del torrente Britto e ad una ventina di metri dalla riva. Impossibile tentare il riconoscimento. Non a caso il capitano Dario Solìto, comandante della Compagnia di Tropea, giunto nella zona del ritrovamento assieme al medico legale Katiuscia Bisogni, evitava di fare avvicinare la figlia del pensionato scomparso a Rosarno convocata per un eventuale riconoscimento del padre.

L’anziano artigiano, ricordato da tutti per la sua bravura nel lavorare il ferro e per l’attaccamento al lavoro, aveva seri problemi di salute. Spesso si portava in un terreno di sua proprietà limitante col Mesima. Da qui il timore che potesse essere scivolato nel fiume e trascinato in mare dalla corrente. Le ricerche condotte con l’impiego di sommozzatori ed elicottero non hanno dato alcun risultato. Per i familiari c’è ora la sofferenza dell’attesa.

Pino BrosioAuthor